INVESTIRE IN PUBBLICITÀ: arriva il credito d’imposta per le aziende

 

“La pubblicità è l’anima del commercio”, così recita un famoso detto. L’opportunità di effettuare investimenti, soprattutto in tempo di crisi aziendali, è stata messa a dura prova soprattutto negli ultimi anni. E se a questo problema uniamo anche un altro fattore, ovvero la crisi dell’editoria e del settore pubblicitario, ecco che entra in gioco la Manovra correttiva approvata dalla Camera dei deputati, per cercare di dare una svolta alla questione “imprese e pubblicità”. Il Decreto Legge 50/2017 ha introdotto, infatti, un nuovo credito d’imposta per le imprese e i professionisti che, dal 1° gennaio 2018, investiranno in campagne pubblicitarie su quotidiani, periodici, in radio o in tv. Vediamo di cosa si tratta. 

Cos’è un Credito di imposta?

In poche parole, si tratta di uno sconto sulle tasse da pagare. Si definisce credito di imposta un credito verso lo Stato che riduce l’ammontare di debiti o imposte dovute e in alcuni casi viene restituito attraverso la dichiarazione dei redditi.

Perché il Credito di imposta per la pubblicità?

Si tratta di una novità assoluta nel panorama legislativo che, però, ha radici lontane ovvero nella volontà di dare una scossa, almeno dal punto di vista finanziario, al settore dell’editoria che sta attraversando una lunga e profonda crisi. Ma la vera novità sta nel fatto che, dopo decenni di finanziamenti pubblici alle testate giornalistiche, ora si tenta la strada delle agevolazioni fiscali a duplice valenza. Infatti, con l’introduzione del credito d’imposta, si intende, incentivare gli introiti pubblicitari degli editori a fronte di un risparmio fiscale in capo ai contribuenti che effettuano i suddetti investimenti.
E’ un po’ lo stesso meccanismo (anche se con qualche differenza sostanziale), adottato da un po’ di anni a questa parte con le agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie il cui intento è (anche) quello di dare una mano al settore dell’edilizia in crisi.

Come funziona?

Dal 1° gennaio 2018, le imprese e i lavoratori autonomi che effettueranno investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, il cui valore superi almeno dell’1% gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente, è attribuito un contributo, sotto forma di credito d’imposta, pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% nel caso di microimprese, piccole e medie imprese (PMI) e start up innovative, nel limite massimo complessivo di spesa stabilito con apposito decreto.

Conviene alle aziende?

Come già detto, lo scopo è quello di favorire entrambi i fronti: sia le aziende, sia il settore editoria/pubblicità. Ma non c’è alcun dubbio sul fatto che la convenienza maggiore sia delle imprese che nell’anno precedente (2017) hanno investito poco (o per niente) in pubblicità di questo tipo, poiché il credito d’imposta si calcola sul valore incrementale dell’investimento pubblicitario. Facciamo qualche esempio pratico:

  • AZIENDA “A” nel 2017 ha speso € 10.000 di pubblicità, mentre nel 2018 ha intenzione di spenderne € 15.000. Il valore incrementale è quindi € 15.000 – € 10.000=  € 5.000 ed il credito di imposta da poter utilizzare sarà pari ad € 3.750, cioè il 75% del valore incrementale ( oppure un credito al 90% di € 4.500 nel caso di microimprese, PMI o start up innovative);
  • AZIENDA “B” nel 2017 ha speso € 500 di pubblicità, mentre nel 2018 ha intenzione di spenderne € 5.000. Il valore incrementale è quindi € 5.000 – € 500=  € 4.500 ed il credito di imposta da poter utilizzare sarà pari ad € 3.375, cioè il 75% del valore incrementale ( oppure un credito al 90% di € 4.050 nel caso di microimprese, PMI o start up innovative);

Entrambe le aziende avranno diritto ad un credito di imposta, ma proprio perché l’obiettivo della norma è quello di aumentare gli investimenti, sarà l’azienda “B” a vedersi favorita nell’utilizzare un credito che vale quasi quanto l’importo investito in pubblicità.

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