IMU TASI TARI: paga il proprietario o l’inquilino?

 

Le tanto temute imposte locali relative agli immobili sono spesso oggetto di controversie e disguidi tra inquilino e proprietario, poiché ci si chiede su chi gravi il pagamento. Specifichiamo che Imu, Tari e Tasi sono state raggruppate sotto la denominazione di IUC: Imposta Unica Comunale. 

Che cosa sono?

Dal momento che stiamo parlando di tre imposte diverse che riguardano lo stesso bene, cioè l’immobile, è opportuno chiarirne subito le differenze, a partire dallo scopo che ognuna di esse persegue:

La Tasi serve a sostenere le spese dei Comuni per i servizi cosiddetti “indivisibili”, quelli di cui usufruiscono tutti i residenti del comune, come, ad esempio, l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, etc…;

La Tari serve a sostenere le spese dei Comuni per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti;

l’Imu serve a finanziare i Comuni per l’insieme dei servizi che offrono, senza destinazioni predefinite.

 

Chi è tenuto al pagamento?

Dalle diverse finalità delle tre imposte deriva il fatto che non vanno pagate tutte dal proprietario dell’immobile. L’onere dello smaltimento rifiuti, ad esempio, è inevitabilmente a carico di chi i rifiuti li produce, cioè chi abita nell’immobile in questione.

 

Ecco a chi spetta il pagamento:

  • la Tasi devono pagarla sia il proprietario che l’inquilino, secondo aliquote e quote stabilite da ogni singolo comune (tra il 10% ed il 30% dell’ammontare complessivo del tributo); nel caso in cui il Comune non abbia previsto nulla, scatta la quota del 10% a carico dell’inquilino.
  • la Tari deve pagarla chi utilizza a qualsiasi titolo (proprietario, inquilino, coniuge assegnatario, etc..) l’immobile che produce i rifiuti urbani per i quali opera il servizio di raccolta e smaltimento;
  • l’Imu devono pagarla i proprietari degli immobili o chi esercita su di essi un diritto reale, come il diritto d’abitazione o d’uso; è il caso, ad esempio, dell’ex casa coniugale il cui diritto d’uso viene concesso dal giudice al coniuge separato e/o divorziato, a condizione che questi vi dimori abitualmente e abbia in essa la sua residenza. L’inquilino non è tenuto al pagamento dell’Imu, in quanto tassa, appunto, sulla proprietà dell’immobile, tranne nei casi di leasing (locazione finanziaria) o di seconda casa. L’Imu non va pagata sugli immobili utilizzati come abitazione principale (prima casa) e sulle relative pertinenze.

Quanto si paga?

Ognuna delle tre imposte segue un proprio criterio di calcolo:

  • per la Tari ogni Comune stabilisce le proprie tariffe in base ai costi reali della raccolta e smaltimento dei rifiuti; 
  • per la Tasi, ogni Comune stabilisce i costi che, per i servizi indivisibili, prevede di sostenere nell’anno. Per ogni tipologia di immobile viene definita l’aliquota e le quote che spettano, rispettivamente, al proprietario e a chi abita l’immobile, se si tratta di soggetti diversi;
  • per l’Imu, ogni Comune stabilisce autonomamente le proprie aliquote, nell’ambito dei limiti fissati dalla legge. Sono escluse dal pagamento solo le proprietà usate come abitazione principale, ma il singolo Comune può decidere di escludere il pagamento anche per le case di proprietà di anziani e disabili residenti in istituti di cura o ricovero, oppure di proprietà di cittadini italiani residenti all’estero, purché, in entrambi i casi, tali abitazioni non siano concesse in affitto.

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